Cannabis ad uso medico: storia di una pianta controversa
In ambito medico, viene definita cannabis la canapa con contenuto di THC superiore allo 0.2%, diversa quindi da quella impiegata nel settore tessile o agroalimentare.

The Ebers Medical Papyrus - Part of Plate LXXVIII: Formula No. 618 (Plate #78, Lines 10-11)
La cannabis viene utilizzata a scopo terapeutico fin dall’antichità: dall’Ebers Papyrus risalente al 1500 a.C. circa, passando per le civiltà orientali, poi islamiche in età medioevale fino al XIX secolo, periodo in cui la cannabis sarebbe stata utilizzata per la prima volta in Occidente.
Dopo un periodo di stasi nell’utilizzo di questa painta dovuto, agli inizi del XX secolo, alla difficoltà nel controllo del suo dosaggio, nel 1941 la cannabis viene definitivamente rimossa dalla farmacopea USA e vietata a partire dal 1970.
L’interesse medico per la cannabis si riaccese intorno agli anni ’80 e, in tempi più recenti, un totale di 29 Stati Americani consente l’uso della cannabis a scopo medico, nonostante questa rimanga una sostanza illegale e non autorizzata dalla FDA (Food and Drug Administration, ndr).
Gli impieghi della cannabis sono diversi, ed in particolare si ricorda il trattamento del dolore in patologie quali la sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale, il suo effetto antinausea ed antiemetico per sintomi derivanti da chemioterapia o radioterapia, o ancora l’effetto ipotensivo nel glaucoma resistente alle terapie convenzionali.

Le implicazioni mediche della cannabis sono numerose ed altrettante sono le forme farmaceutiche attraverso le quali è possibile utilizzarla: cartine, capsule, creme, estratti, tutte preparazioni magistrali allestite dal farmacista previa presentazione di ricetta medica.
Una delle forme farmaceutiche predilette al momento è l’olio di cannabis terapeutico, la cui assunzione per via orale risulta più fruibile rispetto ad un decotto o ad una forma vaporizzabile.
Pur non vietando questo tipo di preparazione magistrale, il DM 9/11/2015 ne consiglia la titolazione al fine di assicurarne la qualità; tale titolazione deve essere effettuata per ciascuna preparazione magistrale con metodologie sensibili e specifiche quali la cromatografi a liquida o gassosa accoppiate alla spettrometria di massa.
Il nostro Laboratorio effettua di routine questa tipologia di analisi, il servizio è disponibile CLICCANDO QUI. Poiché non esistono linee guida ufficiali per l’allestimento dei preparati galenici e nemmeno per la titolazione degli stessi, è evidente come ci sia ancora tanto da lavorare ed approfondire in questa direzione.
A cura della Dott.ssa Ilaria Zedda
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